Artroscopia di caviglia per le lesioni dell’astragalo
Artroscopia per le lesioni dell’astragalo
Uno studio retrospettivo, condotto in sinergia tra la Federazione calcistica catalana e due ospedali spagnoli, e che ha preso in esame 16 calciatori sui quali si è riscontrata una lesione osteocondrale che interessa l’astragalo, dimostrerebbe che la pratica mininvasiva è la più indicata per giungere a una soluzione più rapida e definitiva del problema articolare. L’indagine ha monitorato i calciatori in tutte le fasi che vanno dall’incidente sportivo all’intervento chirurgico, fino al ritorno in campo.
Sugli atleti è stato eseguito, tra il 1999 e il 2004, uno sbrigliamento artroscopico e i dati emersi parlano chiaro: in base alla scala di Ogilvie-Harris, dopo una osservazione media di 3,56 anni, l’81,75% dei pazienti ha ottenuto dall’intervento un risultato eccellente, mentre il 18,25% un buon risultato. Ancor più netta è la percentuale che vede il 93,75% dei calciatori tornare a livelli di resa atletica precedenti all’infortunio, con scomparsa completa del dolore.
Ai tempi brevissimi di ricovero, segue un protocollo che prevede la possibilità di muovere l’arto nelle ore immediatamente successive l’intervento, di riprendere a correre dopo circa 8 settimane e di tornare all’attività agonistica dopo in media 20. In definitiva, tale trattamento sarebbe da preferire alla pratica conservativa, con la quale oggi si cura buona parte delle lesioni osteocondrali originatesi da incidenti sportivi, la cui percentuale di successo si ferma però al 45% e i cui tempi di guarigione sono decisamente più dilatati.
Bisogna dire che quelle che interessano l’astragalo sono sì lesioni poco comuni, poichè rappresentano solo il 4% delle lesioni osteocondrali di tutto il corpo, ma si tratta di affezioni particolarmente fastidiose. Sono inoltre difficili da diagnosticare, anche perché legate a una sintomatologia non specifica (sinovite ricorrente, alterazione dell’equilibrio articolare, dolore persistente), che porta non di rado a confonderle con forme di artrosi tibiale o distorsioni croniche o acute della caviglia. Conferme positive giungono anche da quei trattamenti che mirano a curare la lesione puntando alla rigenerazione del tessuto danneggiato, attraverso il trapianto autologo di condrociti e l’applicazione di fattori di crescita.
C’è da augurarsi che tali pratiche mininvasive possano presto sostituire definitivamente il classico intervento chirurgico, a cui ancor’oggi si fa ricorso nei casi di lesioni osteocondrali più ampie o instabili.
fonte: http://www.orthoacademy.it/artroscopia/artroscopia-per-le-lesioni-dell%E2%80%99astragalo/